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Come l’euro digitale sta rivoluzionando i pagamenti in Italia: scopri le novità

L'Italia è ancora indietro nell'adozione dei pagamenti digitali, ma l'euro digitale e nuove collaborazioni promettono di cambiare lo scenario. Ecco cosa sta succedendo.
  • L'Italia ha registrato solo 199 pagamenti pro-capite all'anno senza contante nel 2023, rispetto ai 8.738 del Lussemburgo.
  • Un accordo tra APSP e Unimpresa mira a favorire lo sviluppo dei pagamenti digitali attraverso partnership e scambi di informazioni.
  • L'introduzione dell'euro digitale promette di aumentare l'efficienza dei pagamenti e ridurre i costi per le PMI italiane.

Nonostante i progressi compiuti durante la pandemia da Covid-19, l’Italia rimane il fanalino di coda nell’Eurozona per quanto riguarda l’utilizzo di sistemi di pagamento elettronici. Secondo un report del Centro studi di Unimpresa, nel 2023 l’Italia ha registrato solo 199 pagamenti pro-capite all’anno senza l’uso di contante, posizionandosi all’ultimo posto nella zona euro. In confronto, il Lussemburgo guida la classifica con 8.738 operazioni per cittadino, seguito dalla Lituania con 1.041 e dai Paesi Bassi con 670.

Altri paesi come la Grecia (230 operazioni cashless), Malta (234), Slovacchia (251), Slovenia (251) e Spagna (289) superano l’Italia in questa classifica. Anche paesi come l’Irlanda (661 operazioni pro-capite l’anno), Finlandia (598), Estonia (487), Belgio (483), Francia (424), Lettonia (389), Germania (328) e Austria (304) mostrano un uso molto più diffuso dei pagamenti elettronici rispetto all’Italia.

Secondo Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa, l’Italia continua a fare affidamento sul contante per le transazioni quotidiane a causa di diversi fattori, tra cui una rete di infrastrutture digitali meno sviluppata, una fiducia ridotta nei sistemi elettronici e un’educazione finanziaria che potrebbe essere migliorata. Inoltre, i problemi legati all’evasione fiscale connessi alla circolazione della moneta di carta complicano ulteriormente la situazione.

Il ruolo dell’euro digitale

Il progetto della Banca Centrale Europea per l’introduzione dell’euro digitale rappresenta una leva strategica significativa per lo sviluppo delle aziende italiane ed europee. Secondo Netcomm, l’euro digitale mira ad aumentare l’efficienza dei pagamenti e l’innovazione, posizionando l’Europa tra i maggiori player nella tecnologia dei pagamenti a livello globale. Questa misura potrebbe influenzare il mercato dei pagamenti attraverso la riduzione dei costi e l’efficientamento per le imprese, in particolare per le PMI italiane.

Tra i risvolti positivi dell’introduzione della moneta digitale vi è la spinta verso l’innovazione e le implicazioni per l’autonomia strategica e la sovranità monetaria dell’Unione Europea. L’euro digitale faciliterà i pagamenti transfrontalieri in euro e ridurrà la necessità di utilizzare il dollaro americano, diminuendo così la dipendenza dalla moneta statunitense. La Banca Centrale Europea potrà esercitare un ruolo di maggiore rilievo finanziario internazionale, applicando un maggiore controllo sulla politica monetaria.

Inoltre, l’euro digitale potrebbe garantire l’inclusione finanziaria facilitando l’accesso ai servizi finanziari per tutti i cittadini europei. Consumatori e aziende possono aspettarsi metodi di pagamento rapidi, sicuri e meno costosi. L’euro digitale mira a soddisfare queste esigenze offrendo maggiore privacy e controllo sui fondi.

Collaborazioni per favorire i pagamenti digitali

Un passo significativo verso la promozione dei pagamenti digitali in Italia è stato fatto con l’accordo tra APSP (Associazione Italia servizi pagamento) e Unimpresa. Maurizio Pimpinella e Giovanna Ferrara, presidenti rispettivamente di APSP e Unimpresa, hanno siglato un protocollo di intesa per «favorire lo sviluppo, la formazione e la conoscenza dei servizi di pagamento digitali». Questa collaborazione prevede «scambi di informazioni, partnership per lo sviluppo di tecnologie e l’organizzazione di incontri tematici e tavole rotonde su problematiche legate ai pagamenti elettronici».

Ferrara ha sottolineato la necessità di sostenere la diffusione dei pagamenti elettronici, dato che l’Italia si trova in una posizione arretrata rispetto al resto d’Europa. In media, ogni anno, si contano solo 21,6 operazioni con carte di pagamento in Italia, contro le 50,5 operazioni europee. L’impegno di APSP e Unimpresa nasce dal desiderio di «contribuire all’evoluzione della cultura dell’innovazione, stimolare la crescita del paese e dare impulso, anche a livello pubblico, ad attività e iniziative finalizzate all’informazione e alla divulgazione della digital economy».

Bullet Executive Summary

In conclusione, l’Italia si trova ancora in una posizione arretrata nell’adozione dei pagamenti digitali rispetto ad altri paesi europei. Tuttavia, l’introduzione dell’euro digitale rappresenta un’opportunità significativa per colmare questo gap e promuovere l’innovazione nel settore dei pagamenti. Collaborazioni come quella tra APSP e Unimpresa sono fondamentali per favorire la diffusione dei pagamenti elettronici e stimolare la crescita economica del paese.

Per riflettere ulteriormente, è importante considerare che l’adozione di nuove strategie bancarie e di pagamenti digitali non riguarda solo l’innovazione tecnologica, ma anche un cambiamento culturale e di mentalità. L’educazione finanziaria e la fiducia nei sistemi elettronici sono elementi cruciali per il successo di queste iniziative. Inoltre, le piccole e medie imprese possono trarre enormi benefici dall’abbattimento delle barriere transazionali e dall’accesso a nuovi mercati, grazie a una valuta digitale tracciabile e integrata con i sistemi di pagamento.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano.(scopri di più)

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