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Talenti in fuga: scopri perché lasciano Intesa Sanpaolo per le fintech

Il settore finanziario è in fermento: manager e professionisti di alto livello migrano verso startup fintech e banche digitali europee. Approfondiamo le ragioni di questo esodo e le contromisure di Intesa Sanpaolo.
  • Stipendio medio 57.000 euro annui per business development manager in Italia.
  • Retribuzione di circa 40.000 euro per sviluppatori nelle startup partner del Fintech District.
  • Crescita del 15% nella domanda di professionisti del Digital On Boarding secondo Hunters Group.
  • Intesa Sanpaolo investe su 1.000 talenti nel programma Leader del Futuro.
  • L'International Talent Program dura 3 anni con rotazioni di 12 mesi.

La migrazione dei talenti nel settore finanziario

Il settore finanziario sta assistendo a un fenomeno di rilievo: *il trasferimento di figure chiave da istituti bancari tradizionali come Intesa Sanpaolo verso realtà più agili e innovative, quali le startup fintech e le banche digitali europee*. Questo movimento, che coinvolge manager e professionisti di alto livello, solleva questioni cruciali sulla capacità del sistema bancario consolidato di mantenere la propria attrattiva nei confronti dei talenti. Le motivazioni alla base di questo esodo sono molteplici e complesse, spaziando da opportunità economiche più vantaggiose a una maggiore aspirazione all’autonomia professionale e alla partecipazione a progetti all’avanguardia.

L’attrattiva delle banche digitali europee risiede nella loro capacità di offrire un ambiente di lavoro dinamico e stimolante, caratterizzato dall’adozione di tecnologie avanzate e dalla possibilità di contribuire attivamente alla trasformazione del settore bancario. Queste realtà, spesso nate come startup, si distinguono per una cultura aziendale orientata all’innovazione e alla flessibilità, in contrasto con le strutture più rigide e gerarchiche degli istituti tradizionali. La competizione per i talenti si fa sempre più intensa, e le banche digitali europee sembrano avere una marcia in più nell’attrarre i professionisti più qualificati. La ricerca di figure come i business development manager dimostra la volontà di creare figure moderne e trasversali, per gestire al meglio l’innovazione nel settore.

Un’analisi approfondita dei profili LinkedIn di ex-manager di Intesa Sanpaolo e interviste con headhunter specializzati nel settore fintech rivelano un quadro articolato, in cui le considerazioni economiche si intrecciano con le ambizioni di crescita professionale e personale. Secondo stime recenti, un business development manager in Italia può aspirare a uno stipendio medio di 57.000 euro annui, una cifra che può rappresentare un incentivo significativo per chi cerca nuove sfide e maggiori responsabilità. Le realtà più innovative sono alla ricerca anche di sviluppatori e programmatori capaci di destreggiarsi con agilità nei meandri della programmazione. Queste figure devono, quindi, conoscere i linguaggi di programmazione e saper lavorare con le Application Programming Interface (API). Con quale ritorno? Le stime della community di startup partner del Fintech District parlano di una retribuzione che si aggira attorno ai 40.000 euro. Nello staff delle società più innovative non possono mancare poi i data scientist, professionisti che leggono e analizzano i dati traendone insight approfondite e guadagnando mediamente circa 40.000 euro l’anno. Ma servono anche figure più tradizionali, come legali, consulenti finanziari e project manager. I primi devono ovviamente conoscere i regolamenti e le direttive europee in ambito Fintech, ma anche analizzare i cambiamenti in atto nel settore e scoprire come lanciare sul mercato determinati prodotti che ancora non sono del tutto regolati. Un compito delicato, che può essere ripagato con buste paga che oscillano da 44.000 ai 62.000 euro.

La digitalizzazione è un altro fattore chiave in questa dinamica, con una crescente domanda di professionisti specializzati in aree come il digital on boarding, la cybersecurity e lo sviluppo di software. La capacità di offrire servizi digitali user-friendly e di migliorare l’esperienza complessiva del cliente rappresenta un vantaggio competitivo cruciale per le banche digitali, che si traducono in una maggiore richiesta di personale qualificato in questi ambiti. Hunters Group ha evidenziato una crescita del 15% nella domanda di professionisti del Digital On Boarding, confermando il trend verso la digitalizzazione del settore bancario. Figure come Full Stack Developer*, *Data Scientist*, *IT Security Engineer e esperti di cybersecurity sono quindi particolarmente ricercate.

Le competenze più richieste e la risposta di Intesa Sanpaolo

In questo scenario di trasformazione, le competenze più richieste nel settore bancario sono in continua evoluzione. Oltre alle tradizionali competenze finanziarie e gestionali, le banche digitali europee ricercano professionisti con una solida preparazione tecnologica, una mentalità orientata all’innovazione e una forte capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato. La conoscenza dei linguaggi di programmazione, la capacità di analizzare i dati e di sviluppare soluzioni digitali user-friendly sono diventate competenze imprescindibili per chi vuole fare carriera nel settore bancario del futuro.

Intesa Sanpaolo, consapevole di questa sfida, sta investendo in programmi di formazione e sviluppo per i propri dipendenti, con l’obiettivo di colmare il divario di competenze e di preparare i propri talenti alle sfide del futuro. La collaborazione con il Politecnico di Torino è un esempio concreto di questo impegno, volto a promuovere la digitalizzazione delle professioni e a formare figure professionali in grado di guidare la trasformazione digitale del settore bancario.

Inoltre, Intesa Sanpaolo sta puntando sulla valorizzazione dei propri talenti attraverso programmi come il “Programma Leader del Futuro” e l'”International Talent Program”, che mirano a sviluppare una nuova generazione di manager con competenze trasversali e internazionali. L’attenzione alla diversità e all’inclusione, insieme a piani di incentivazione legati a obiettivi ESG (Environmental, Social and Governance), rappresentano un ulteriore sforzo per trattenere le risorse migliori e creare un ambiente di lavoro stimolante e gratificante. Nel dettaglio, il programma “Leader del Futuro” è rivolto a 1.000 talenti e key people a livello di Gruppo, mentre l'”International Talent Program” (ITP) è costituito da percorsi di sviluppo personalizzati della durata indicativa di 3 anni. Ogni percorso è caratterizzato da rotazioni interfunzionali, interdivisionali e internazionali di 12 mesi ciascuna, il cui obiettivo è lo sviluppo e il rafforzamento delle competenze chiave.

Nonostante questi sforzi, la competizione con le banche digitali europee rimane intensa, e la capacità di Intesa Sanpaolo di trattenere i propri talenti dipenderà dalla sua capacità di offrire opportunità di crescita professionale e personale altrettanto allettanti. La sfida è quella di creare un ambiente di lavoro in cui l’innovazione sia incoraggiata, la creatività sia premiata e i dipendenti si sentano parte di un progetto ambizioso e stimolante.

Aspetti legali e clausole di non concorrenza

Un aspetto delicato da considerare in questo contesto è quello delle clausole di non concorrenza, che spesso regolano i rapporti tra i dipendenti e le aziende del settore finanziario. Quando un manager di Intesa Sanpaolo decide di passare a una banca concorrente, è fondamentale valutare attentamente i vincoli contrattuali esistenti e le implicazioni legali del suo passaggio. Le clausole di non concorrenza possono limitare la possibilità di lavorare per aziende concorrenti per un determinato periodo di tempo, e possono prevedere anche il pagamento di penali in caso di violazione.

La validità e l’applicabilità delle clausole di non concorrenza sono spesso oggetto di controversie legali, e la giurisprudenza in materia è complessa e in continua evoluzione. È quindi fondamentale che i dipendenti che intendono passare a una banca concorrente si rivolgano a un avvocato specializzato in diritto del lavoro per valutare attentamente la propria situazione e per evitare di incorrere in sanzioni o responsabilità legali.

Le clausole di non concorrenza, per essere valide, devono essere specifiche, limitate nel tempo e nello spazio, e devono essere giustificate da un interesse legittimo dell’azienda. In caso contrario, possono essere considerate vessatorie e quindi nulle. La valutazione di questi aspetti richiede una competenza legale specifica, e la consulenza di un avvocato è quindi indispensabile per chi si trova in questa situazione. Le aziende, dal canto loro, devono prestare attenzione alla formulazione delle clausole di non concorrenza, per evitare di incorrere in contestazioni da parte dei dipendenti o da parte delle autorità competenti.

Il ruolo del servizio clienti e le strategie future

Il servizio clienti rappresenta un elemento chiave nella competizione tra banche tradizionali e banche digitali. La possibilità di ottenere assistenza immediata e personalizzata, anche attraverso canali digitali, è un fattore sempre più importante per i consumatori, che si aspettano un servizio efficiente e accessibile in ogni momento e da qualsiasi luogo. La ricerca di “banca digitale intesa numero verde” è indicativa di una domanda crescente di servizi efficienti e accessibili.

Le banche digitali, grazie alla loro agilità e alla loro capacità di innovare, sono spesso in grado di offrire un servizio clienti più efficiente e personalizzato rispetto alle banche tradizionali. L’utilizzo di chatbot, l’intelligenza artificiale e altri strumenti digitali consente di rispondere rapidamente alle richieste dei clienti e di offrire soluzioni su misura per le loro esigenze. Le “Digital Champion”, secondo Hunters Group, offrono un’ampia gamma di funzionalità digitali user-friendly, migliorando l’esperienza complessiva del cliente.

Tuttavia, anche le banche tradizionali stanno investendo in modo significativo nel miglioramento del proprio servizio clienti, con l’obiettivo di colmare il divario con le banche digitali. L’introduzione di nuovi canali digitali, la formazione del personale e l’adozione di tecnologie avanzate sono alcune delle strategie messe in atto per offrire un servizio clienti più efficiente e personalizzato.

Guardando al futuro, è probabile che la competizione tra banche tradizionali e banche digitali si intensifichi ulteriormente, e che il servizio clienti diventi un fattore sempre più determinante nella scelta della banca. Le banche che saranno in grado di offrire un servizio clienti eccellente, combinando l’efficienza dei canali digitali con la competenza e la professionalità del personale, saranno quelle che avranno maggiori probabilità di successo in un mercato sempre più competitivo e dinamico.

Considerazioni finali: adattamento e innovazione nel settore bancario

Il fenomeno della migrazione dei talenti da Intesa Sanpaolo verso le fintech europee rappresenta un campanello d’allarme per il settore bancario tradizionale. La capacità di attrarre e trattenere i migliori professionisti è fondamentale per affrontare le sfide del futuro e per rimanere competitivi in un mercato in rapida evoluzione. Le banche tradizionali devono quindi essere pronte ad adattarsi ai cambiamenti del mercato, investendo nell’innovazione, nella digitalizzazione e nella valorizzazione dei propri talenti. La competizione non si gioca solo sul piano tecnologico, ma anche su quello della cultura aziendale, dell’ambiente di lavoro e delle opportunità di crescita professionale offerte ai dipendenti.
La fuga dei cervelli è un problema che affligge molti settori in Italia, non solo quello finanziario. È importante che le aziende italiane si impegnino a creare un ambiente di lavoro stimolante e gratificante, in grado di attrarre e trattenere i talenti migliori.

Per comprendere meglio questo fenomeno, immagina che il sistema bancario tradizionale sia come un’antica fortezza, solida e imponente, ma forse un po’ statica. Le fintech, invece, sono come agili navi che solcano i mari, pronte a esplorare nuovi territori e a sfruttare le correnti più favorevoli. I talenti, in questo scenario, sono come marinai esperti che decidono se rimanere nella sicurezza del porto o salpare verso l’ignoto, attratti dalla promessa di nuove scoperte e di maggiori opportunità. Da un punto di vista strategico più avanzato, si potrebbe valutare come le banche tradizionali possano integrarsi con le fintech, magari acquisendole o creando partnership, per sfruttare le loro competenze e tecnologie e per raggiungere nuovi segmenti di mercato. Questa strategia, tuttavia, richiede una mentalità aperta e una capacità di adattamento non sempre facili da trovare nelle strutture consolidate. Riflettiamo, quindi, su come le aziende possano reinventarsi per rimanere competitive e attrattive nel mondo del lavoro di domani.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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