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- La Banca d'Italia ha avviato un'ispezione il 15 febbraio 2024, conclusasi il 18 giugno 2024, richiedendo una revisione del modello di business e dell'assetto organizzativo.
- Il presidente Domenico Polselli ha cessato la propria carica, sostituito da Marcello Mastroianni come nuovo presidente.
- L'indagine della Procura di Frosinone ha portato a 11 misure cautelari e un sequestro preventivo di oltre 10,5 milioni di euro.
- La banca ha accantonato circa 19 milioni di euro per fronteggiare i rischi di insolvenza delle società coinvolte nell'inchiesta.
Nella seduta odierna del Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare del Frusinate, è stato consegnato il rapporto ispettivo della Banca d’Italia riguardante gli accertamenti avviati il 15 febbraio 2024 e terminati il 18 giugno 2024. La conclusione di questo iter ha segnato una linea di discontinuità con il passato, richiesta dalla Banca d’Italia. In seguito a queste ispezioni, il presidente Domenico Polselli ha cessato la propria carica. L’Autorità di Vigilanza ha richiesto di rivedere il modello di business e l’assetto organizzativo dei controlli, per consentire alla Banca di intraprendere un percorso di sviluppo equilibrato e sostenibile. Alla luce dei rilievi dell’Autorità di Vigilanza, il Consiglio di Amministrazione ha attivato le procedure necessarie per adeguarsi alle prescrizioni ricevute. Le funzioni di presidente saranno assunte dall’attuale vicepresidente, Marcello Mastroianni.
Indagine della Procura di Frosinone e Implicazioni per la Banca Popolare del Frusinate
Il 2 agosto 2024, un terremoto giudiziario ha colpito la Banca Popolare del Frusinate in seguito a un’indagine su un presunto meccanismo di illeciti che coinvolge banchieri, notai e imprenditori della Ciociaria. La Procura di Frosinone ha eseguito undici misure cautelari, di cui due in carcere, richieste dal sostituto procuratore Adolfo Coletta. Le ipotesi di reato includono associazione a delinquere, falsi crediti erariali, aste giudiziarie, riciclaggio, autoriciclaggio, truffe per il Superbonus e omessa dichiarazione. La Banca d’Italia ha posto la vicenda sotto osservazione e ha aperto un dossier che potrebbe portare a un’ispezione della banca nei prossimi giorni.
La Banca Popolare del Frusinate, guidata da Rinaldo Scaccia, è esposta per 39,9 milioni di euro a tre imprese edili laziali coinvolte nell’inchiesta. Il conflitto di interesse è legato al rapporto tra Scaccia e gli imprenditori Angelo De Santis e Marino Bartoli, supportati dai funzionari bancari Luca Lazzari e Lino Lunghi, e garantiti dai notai Federico e Roberto Labate. La Procura ha ottenuto il sequestro preventivo di oltre 10,5 milioni di euro, di cui 4 milioni legati ai presunti vantaggi economici derivati dagli illeciti e oltre 6,5 milioni dal presunto riciclaggio e autoriciclaggio. La Banca Popolare del Frusinate ha un’esposizione alle società indagate inferiore al 5% dei crediti complessivi erogati.
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Contromisure e Riorganizzazione Interna
L’obiettivo della Banca Popolare del Frusinate è di risentire il meno possibile dell’inchiesta della Procura di Frosinone. Il 22 febbraio 2024, Domenico Astolfi è stato promosso direttore generale dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Rinaldo Scaccia. La banca, dichiarata parte lesa nel procedimento, ha nominato due consulenti di parte. Dal punto di vista patrimoniale, l’impatto dell’inchiesta è limitato, con un’esposizione nei confronti delle società interessate che non supera il 5% dei crediti erogati. I crediti fiscali acquistati dai clienti coinvolti nell’indagine ammontano a circa 6,5 milioni di euro.
La Banca Popolare del Frusinate ha deliberato l’accantonamento di circa 19 milioni di euro su un totale di 50 milioni di esposizioni aperte nei confronti delle società coinvolte nell’inchiesta. Questa misura è stata presa per fronteggiare i rischi di insolvenza dovuti al congelamento delle attività delle imprese indagate a seguito dei provvedimenti di sequestro. A marzo 2024, la banca ha avviato una riorganizzazione della direzione generale che non prevede più la figura dell’amministratore delegato, ma una gestione operativa più collegiale, mantenendo Astolfi nel ruolo di responsabile.
Bullet Executive Summary
La vicenda della Banca Popolare del Frusinate rappresenta un caso emblematico nel panorama delle nuove strategie bancarie e dei pagamenti digitali, oltre che nei movimenti di staff a livello c-level tra le banche moderne. La Banca d’Italia ha richiesto una revisione del modello di business e dell’assetto organizzativo dei controlli, evidenziando la necessità di un percorso di sviluppo equilibrato e sostenibile. La Procura di Frosinone ha avviato un’indagine su presunti illeciti che coinvolgono banchieri, notai e imprenditori, con un’esposizione della banca di 39,9 milioni di euro. La banca ha risposto con una serie di contromisure e una riorganizzazione interna, dimostrando la sua capacità di adattamento e resilienza.
In un contesto di continue evoluzioni normative e tecnologiche, le banche devono essere pronte a rivedere i propri modelli di business e a implementare sistemi di controllo sempre più sofisticati. La capacità di adattamento e la resilienza diventano fattori chiave per garantire la stabilità e la crescita sostenibile nel lungo termine.