Quali sono le sfide della rappresentanza femminile nei ruoli executive?

L’indagine condotta dall’osservatorio «Donne Executive» della Sda Bocconi School of Management, in collaborazione con Eric Salmon & Partners, ha portato alla luce dati significativi sulla presenza femminile nei ruoli di vertice delle grandi imprese italiane. Su un campione di 320 aziende, di cui 169 quotate, sono stati analizzati i percorsi di carriera di 2.920 executive, rivelando che solo il 17% di essi è costituito da donne. Questo dato evidenzia un divario di genere ancora marcato, con una rappresentanza femminile particolarmente bassa nei ruoli di amministratore delegato, dove le donne costituiscono appena il 6% del totale.

Disparità nei Ruoli di Business e di Staff

L’analisi ha messo in luce come le donne siano più frequentemente presenti in ruoli di staff, quali risorse umane, legale, audit e sostenibilità, mentre sono meno rappresentate nei ruoli di business, come marketing, vendite e direzione generale. Nelle aziende non quotate, le donne occupano il 35% delle posizioni di direzione generale, mentre nelle quotate questa percentuale scende drasticamente al 3%. La situazione è ancora più critica per quanto riguarda le amministratrici delegate: nelle società non quotate, esse rappresentano il 9%, mentre nelle quotate solo il 3%.

Il Contributo delle Nuove Generazioni

Nonostante il quadro attuale, un segnale di speranza arriva dalle nuove generazioni. Tra i Millennials, la presenza femminile nei ruoli dirigenziali è in aumento rispetto ai colleghi uomini. Questo cambiamento generazionale potrebbe indicare un futuro più equo, in cui le donne avranno maggiori opportunità di accedere a posizioni di leadership. Tuttavia, il progresso verso la parità di genere nei ruoli di amministratore delegato è ancora lento, soprattutto se confrontato con i miglioramenti ottenuti nei Consigli di amministrazione grazie alla legge Golfo-Mosca.

Una Visione per il Futuro

La ricerca evidenzia l’importanza di promuovere politiche aziendali che favoriscano l’inclusione e la parità di genere. Le società, particolarmente quelle quotate in borsa, devono impegnarsi nel mettere in atto pratiche migliori per garantire una rappresentanza femminile soddisfacente nei livelli apicali della leadership aziendale. L’equilibrio tra i generi non riguarda soltanto l’equità sociale; rappresenta altresì un fattore cruciale che contribuisce alla prosperità dell’impresa attraverso visioni diverse e idee all’avanguardia. Nell’ambito delle attuali strategie bancarie digitalizzate e transazioni elettroniche, è fondamentale apprezzare come diversi punti di vista possano migliorare positivamente la capacità innovativa oltre ad accrescere la competitività del settore. Le banche sono sempre più orientate verso l’adozione di avanzamenti tecnologici capaci di incrementare il gradimento dei clienti e snellire le operazioni interne. In questa cornice, aumentare la varietà nel team direttivo, in termini di equilibrio tra i sessi, potrà risultare non solo profittevole ma anche stimolante allo sviluppo di creatività ed efficacia. Un’altra tematica rilevante meritevole di essere esplorata coinvolge la sensibilizzazione su modelli gestionali inclusivi. Le aziende sostenitrici di una cultura aziendale che valorizza le peculiarità individuali sono infatti più frequentemente resilienti e innovative nel lungo periodo. Adottare questo metodo non soltanto incrementa il benessere lavorativo degli impiegati, ma può altresì favorire una maggiore fedeltà della clientela e un miglioramento sostanziale delle prestazioni economiche. Riflettendo su questi elementi, è opportuno interrogarci su come le nostre imprese possano progredire al fine di sfruttare appieno l’opportunità della diversità e dell’inclusività nei moderni scenari aziendali.